Geronzi: bond strumento utile. Bazoli: siamo sicuramente interessati

Il Messaggero

La fiducia dei due banchieri di sistema

MILANO-I due grandi banchieri di ''sistema'' approvano il Tremonti-bond. <<E' uno strumento utile per le banche>>, dice Cesare Geronzi, presidente di Mediobanca, interpellato all'ingresso del 15° congresso di Aiaf, Assiom, Atic Forex. <<Siamo sicuramente interessati a studiare>> il provvedimento, ribatte Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, <<ma finchè non ho visto il contenuto non posso pronunciarmi>>. Una prima occasione per un esame preliminare potrebbe essere la doppia riunione dei consigli di gestione e di sorveglianza in calendario martedì a Torino. Del resto la comunicazione diramata dall'Europa due giorni fa, sommaria e imprecisa nel contenuto e con un ''infortunio'' terminologico (<<ricapitalizzazione>> a proposito della terza via prospettata), ha creato scompiglio sui mercati, provocando il tracollo dei titoli in Borsa. Il provvedimento che il governo emanerà entro venerdì prossimo coi decreti attuativi, dovrebbe prevedere tre percorsi di accesso agli strumenti ibridi di patrimonializzazione, tutti legati alla sottoscrizione del bond da parte dello stato. Il primo riguarda le banche che terranno il bond più a lungo: tasso del 7,5% a crescere dello 0,5% l'anno con un premio al rimborso; il secondo, quello cui faranno ricorso quasi tutti gli istituti: tasso fisso dell'8,5% nei primi quattro anni al termine dei quali la restituzione avverrà alla pari. Infine il terzo: bond sottoscritto dal tesoro affiancato dai privati con una quota almeno del 30%. E nella nota della Ue per quest'ultima soluzione si fa riferimento alla partecipazione dello stato <<alle ricapitalizzazioni a parità di condizioni>> coi privati: un equivoco che ha materializzato lo spettro di una nazionalizzazione.<<Non penso che riguardi l'Italia, è stato chiarito da chi ha parlato di nazionalizzazioni>>, ha precisato Bazoli a proposito dei timori di esproprio delle banche, come è già avvenuto nel Regno Unito e in Germania. Il banchiere di Intesa era seduto nelle prime file, assieme a Salza, Profumo, Rampi, Faissola, Vigni. Assenti eccellenti erano invece Saviotti, Passera, Mussari, Mazzotta. <<Possono essere solo una extrema ratio se le banche stanno fallendo e i depositi sono a rischio>>. Anche Enrico Salza, presidente del consiglio di gestione della Superbanca, ha precisato che <<non abbiamo bisogno di questo>>, riferendosi all'ingresso dello stato nel capitale. <<Non siamo preoccupati>>, ha continuato il banchiere torinese, <<non abbiamo bisogno di patrimonio>>. Per Bazoli <<pensiamo anche per il 2009 di poter avere un'economicità di gestione>>. Il risultato sarà ottenuto pur contabilizzando <<incrementi importanti delle sofferenze>>-giustificate per Intesa, Banca per il Paese- a fronte delle quali <<prevediamo adeguati accantonamenti>>. Il banchiere bresciano ha mostrato <<assoluta serenità>> per la consapevolezza che <<i titoli tossici, ad alto rischio, non ci riguardano>>. Infine Bazoli ha definito <<prive di fondamento le voci di un aumento di capitale>> e ha giudicato <<sacrosanta>> la proposta di Mario Draghi sulla deducibilità integrale delle perdite. Posizione condivisa anche da Corrado Faissola. <<Non siamo preoccupati, abbiamo un buon tier 1>>, ha tagliato corto il presidente di Unicredit Dieter Rampi. E Alessandro Profumo, che introducendo il congresso ha annunciato che il gruppo si riorientrerà sul modello di <<banca commerciale>>, ha aperto alla doppia possibilità di accedere ai bond italiani e agli aiuti in Austria <<per fronteggiare il profilo di rischio verso l'Est Europa>>. Profumo ha respinto ipotesi di nazionalizzazioni in Italia (<<un tema che non esiste>>), ha riconosciuto che <<le risorse del governo saranno canalizzate per sostenere imprese e famiglie>>, approva Draghi sul recupero <<di credibilità delle banche>>, lancia messaggi rassicuranti per l'est Europa (<<Non ci preoccupa>>), conferma l'obiettivo di utile di 4 miliardi a fine 2008, si mostra dispiaciuto per il titolo sotto un euro, infine <<non ne ho capito il senso>> a proposito del passo indietro di Cariverona dalla sottoscrizione del bond cashes. Anche Antonio Vigni, dg di Mps, apre al bond: <<Confermo che lo guardiamo positivamente>>.