Geronzi:"Mediobanca sosterrà la ripresa"

Nazione - Carlino - Giorno

Nominato il nuovo cda. L'impegno del presidente

MEDIOBANCA in un contesto come questo ha una posizione straordinariamente importante. E' al centro dell'attenzione e dell'osservazione economico - finanziaria del Paese: assieme alle altre grandi banche dovremo sostenere la ripresa economica. Dopo sei ore di assemblea che ha deciso un cambiamento profondo della governance dell'istituto di Piazzetta Cuccia, Cesare Geronzi schiera la banca in difesa dagli sconvolgimenti dei mercati finanziari che ora rischiano di travolgere l'economia reale. "Mediobanca è il perno del sistema italiano, votata a sostenere l'attività produttiva del Paese", rimarca il presidente, confermato ieri ai vertice della più importante merchant bank del Paese, con a fianco due vice, Marco Tronchetti Provera e Dieter Rampl, un ad, Alberto Nagel, e un direttore generale, Renato Pagliaro (nel cda eletto ieri ha fatto il suo debutto la presidente di Mondadori, Marina Berlusconi). Ed è stata proprio la capacità di capire rapidamente cosa si profilava all'orizzonte a portare al cambio della governance introdotta un anno fa.
"Quando abbiamo visto che, in seguito alle modifiche introdotte dalla nuova normativa, il sistema duale presentava delle criticità, ci siamo detti: chiudiamo il prima possibile perchè altri problemi incombono. Problemi per tutti perchè siamo tutti sul mercato. Il mercato è facile e complesso e tutti dobbiamo essere uniti senza competizioni eccessive e senza personalismi".
Nessun lungo braccio di ferro, dice la ricostruzione di Geronzi, con l'ad Nagel, "ma un atto di responsabilità deciso insieme che ci conduce a un governo assolutamente migliore. Non un ritorno al passato - ha sottolineato, rispondendo, al critiche di alcuni fondi esteri che hanno votato contro - ma una novità in senso assoluto che ha saputo tenere quanto di buono c'era nel duale: la partecipazione del management al cda. E' questa la novità che abbiamo portato, un vanto assoluto per noi". Chiuso quel capitolo, Mediobanca affronta la tempesta con un business che, sottolinea Nagel, «si è confermato solido; fingere però che Mediobanca sia completamente immune dalla crisi sarebbe sbagliato» tanto è vero che l'istituto risente dell'inasprimento della crisi finanziaria (tutte le posizioni con Lehman Brothers sono state però liquidate in tempo). E infatti la trimestrale al 30 settembre approvata ieri segnala un utile netto di 310 milioni, in calo però del 20%; ricavi ancora sostenuti (594 milioni) ma scesi del 13%.
LA LIQUIDITÀ, rafforzata, permette di fare shopping in un momento di svendite ma, avverte l'ad, "non investiamo in asset che non capiamo bene o che sono lontani da noi. Siamo interessati al private banking o al risparmio gestito, ma con prudenza". Per Telco, la partecipata dai risultati deludenti che possiede la maggioranza relativa di Telecom, c'è la constatazione che "se a suo tempo avessimo venduto le azioni, avremmo fatto un affare". Di sicuro, non è stata però un'operazione imposta dalla politica: "la politica, ribadisce Pagliaro, non è intervenuta e non influenza minimamente le scelte della banca".