Cent'anni fa nasceva Enrico Cuccia: il ricordo dei big della finanza

Italia oggi

Lo stato maggiore di Mediobanca, con il presidente del consiglio di sorveglianza Cesare Geronzi, il presidente del consiglio di gestione Renato Pagliaro e l'a.d. Alberto Nagel, ha ricordato il centenario della nascita di Enrico Cuccia

Lo stato maggiore di Mediobanca, con il presidente del consiglio di sorveglianza Cesare Geronzi, il presidente del consiglio di gestione Renato Pagliaro e l'a.d. Alberto Nagel, ha ricordato il centenario della nascita di Enrico Cuccia. L'occasione e stata la presentazione di un volume in cui sono state raccolte tutte le relazioni del bilancio Mediobanca dal 1947 al 1982, scritte di pugno dallo stesso Cuccia, e dove l'ex numero uno dell'istituto affrontava anche temi economici generali e attinenti alie imprese, con analisi lucide e lungimiranti. A ricordare Cuccia sono stati anche l'amico Giorgio La Malta, Antonio Maccanico, presidente di Mediobanca dal 1987 al 1988, Umberto Veronesi e Giampiero Pesenti. In platea numerosi esponenti del mondo economico e finanziario  milanese.
La Malfa e Maccanico hanno parlato soprattutto dell'infinita battaglia di Cuccia per mantenere l'indipendenza di Mediobanca e promuovere la crescita dell'industria privata nel dopoguerra. «Mediobanca progressivamente divenne la ridotta entro la quale si combatteva una battaglia per difendere il perimetro dell'impresa privata dall'ulteriore espansione del settore pubblico», ha affermato La Malfa, «e poiché il  capitalismo italiano era largamente privo di capitali, questo spiega i meccanismi giuridici e le combinazioni finanziarie alle quali Cuccia ricorreva per puntellarne l'edificio». A sua volta, Maccanico ha osservato che «Mediobanca non operava a difesa delle grandi famiglie né degli azionisti di maggioranza ma delle imprese, in particolare delle grandi imprese. Oggi, quando lamentiamo la carenza di grandi imprese, constatiamo quanto Cuccia avesse ragione. Senza Cuccia, certe imprese non sarebbero mai nate, certi settori industriali mai sviluppati». Riguardo al governo delle imprese, ha aggiunto La Malfa, Cuccia «riteneva che dovessero fare riferimento a nuclei duri di azionisti stabilmente impegnati in esse. Non amava le public company e i manager autoinvestiti. Diceva che Mediobanca doveva intervenire solo se gli azionisti principali mostravano, coi fatti, di credere nelle loro aziende».
II patron del gruppo Italcementi, Giampiero Pesenti, ha riconosciuto il contributo di piazzetta Cuccia all'acquisizione di Ciments français, «che ci ha consentito di essere uno dei primi cinque gruppi del settore al mondo».