Geronzi, Bernheim non si tocca

Milano Finanza

Il presidente di Capitalia si dice favorevole alla riconferma dell'attuale vertice delle Generali. Più lontano un nuovo scontro tra i grandi soci della compagnia per il rinnovo del cda

«Bernheim sta bene dove sta». Sono bastate queste poche parole di Cesare Geronzi a rendere alquanto improbabile un nuovo scontro tra i grandi soci delle Generali in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione della compagnia triestina. Il presidente di Capitalia, che siede, assieme a Gabriele Galateri e al numero uno di Unicredit, Dieter Rampl, nel comitato nomine di Mediobanca, dove si decidono le candidature per il vertice del Leone, ha di fatto sancito con largo anticipo la riconferma di Bernheim alla presidenza della compagnia assicurativa.
La presa di posizione di Geronzi arriva dopo settimane di voci su un imminente scontro tra i soci forti delle Generali per il rinnovo del cda della compagnia. Voci accompagnate da una imponente crescita del titolo e culminate con l'uscita allo scoperto della De Agostini, che lunedì ha annunciato di avere in portafoglio il 2% del Leone. Un ingresso, quello del gruppo di Novara nelle Generali, che sarebbe avvenuto sotto la regia di Mediobanca nell'ambito della cessione della Toro alla compagnia triestina.
È stato lo stesso Geronzi ad accreditare questa interpretazione. «Tutto rientra, secondo me, in un'intesa legata al trasferimento di Toro in Generali», ha spiegato Geronzi. L'investimento della De Agostini, accolto dall'apprezzamento dell'a.d. di Generali, Giovanni Perissinotto, andrebbe interpretato dunque come una mossa di Mediobanca per rafforzare lo schieramento a sostegno degli attuali vertici del Leone. Schieramento del quale fanno parte anche i soggetti per estrazione lontani dall'universo di piazzetta Cuccia, come il duo Bazoli-Guzzetti, ma che negli ultimi tempi, specie sul futuro delle Generali, hanno mostrato di avere visioni comuni con il management di Mediobanca e con i suoi azionisti esteri guidati da Vincent Bolloré. Proprio di recente il presidente della Fondazione Cariplo, titolare dell'1,6% di Generali, si è espresso apertamente a favore della riconferma di Bernheim e dei due amministratori delegati. Non solo, Guzzetti ha sottolineato di non vedere contrapposizioni tra Intesa-Sanpaolo e Mediobanca.
«Con Unicredit e Capitalia siamo concorrenti», ha spiegato Guzzetti, «per quanto riguarda Mediobanca, la situazione è diversa. Le due banche sono azionisti importanti. Ma ce ne sono molti altri. C'è un discreto numero di imprenditori importanti. E poi ci sono i francesi». Gli stessi francesi, che per bocca di Tarak Ben Ammar, si sono espressi favorevolmente ad un rinnovo del mandato per Bernheim, auspicando però che gli equilibri in Mediobanca e Generali restino immutati, anche a costo di spendersi per difendere l'autonomia di Capitalia, architrave di questi equilibri, da eventuali attacchi esterni. Appare difficile a questo punto che Unicredit o altri soci privati di Mediobanca possano promuovere candidature diverse per la presidenza del Leone.