Capitalia non accetta lezioni
Italia Oggi
Il presidente Geronzi all'assemblea. Varato il nuovo consiglio. Lunedì il cda. Sulle possibili aggregazioni si lavora in silenzio.
Capitalia è aperta a tutte le ipotesi di aggregazioni, ma sulle scelte possibili non accetta lezioni da nessuno. Le aggregazioni non si devono fare tanto per farle e la politica non deve entrare nelle decisioni della banca. È questo il senso del messaggio ribadito dal presidente, Cesare Geronzi, nel corso dell'assemblea che ha rinnovato il consiglio di amministrazione. Dal management della banca romana ci si aspettava qualche indicazione sulle possibili strategie dì crescita esterna dell'istituto, anche all’indomani del via libera alla fusione tra Sanpaolo Imi e Banca Intesa.
Geronzi ha sottolineato con forza che sulle aggregazioni «non accettiamo lezioni da nessuno», e ha ricordato che «il processo di aggregazione porta un nome solo, quello della Cassa di risparmio di Roma», che alla fine degli anni '80 «ha cominciato a domandarsi come affrontare i problemi del mercato dando poi vita alla prima operazione di fusione, quando Unicredit ancora non sapeva cosa erano le fusioni, perché impegnato a sviluppare altre cose». Il presidente della banca romana ha preso le distanze da eventuali ricostruzioni di interessi anche politici dietro le aggregazioni bancarie e ha sottolineato come «non accettiamo il consiglio di farci raccomandare dalla politica». Anzi, ha aggiunto Geronzi, «la politica deve restare fuori dal sistema bancario».
Sempre sul tema delle fusioni, Geronzi è poi tornato a mettere l'accento sul fatto che Capitalia vuole «essere artefice del proprio destino»; per questo, «siamo aperti a qualsiasi ipotesi di aggregazione». Certo, ha aggiunto, l’integrazione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi «riduce le possibilità», ma la banca resta attenta alle varie opportunità che si potrebbero presentare. In ogni modo, ha proseguito, non «abbiamo nessuna intenzione di fare pur di fare, tanto più in un contesto in cui il fai da te e molto pericoloso» e ogni operazione di aggregazione, ha precisato, deve garantire «la continuità aziendale».
L'assemblea ha quindi dato il via libera alla nomina del cda, del quale fanno parte, oltre al presidente Cesare Geronzi e all'a.d., Matteo Arpe, anche Paolo Cuccia, Paolo Savona, Gabriel Marino, Alberto Rossetti, Walter Vezzosi, Massimo Pini, Salvatore Mancuso, Ernesto Monti, Pierluigi Toti, Carlo Saggio, Pasquale Cannatelli, Carlo Colaiacovo, Roberto Colaninno, Alfio Marchini, Paolo Fresco, Paolo Mariotti, Silvio Bianchi Martini, Ahmed A. Menesi.
Non si è svolta invece la consueta riunione del consiglio, dopo la nomina dei soci. La prima riunione del nuovo cda si terrà lunedì. Il motivo dello spostamento dalla data del consiglio sarebbe legato all'assenza di un consigliere, che ha reso impassibile la nomina del comitato esecutivo, per il quale è necessaria la presenza di tutti i membri del cda.
Geronzi ha sottolineato con forza che sulle aggregazioni «non accettiamo lezioni da nessuno», e ha ricordato che «il processo di aggregazione porta un nome solo, quello della Cassa di risparmio di Roma», che alla fine degli anni '80 «ha cominciato a domandarsi come affrontare i problemi del mercato dando poi vita alla prima operazione di fusione, quando Unicredit ancora non sapeva cosa erano le fusioni, perché impegnato a sviluppare altre cose». Il presidente della banca romana ha preso le distanze da eventuali ricostruzioni di interessi anche politici dietro le aggregazioni bancarie e ha sottolineato come «non accettiamo il consiglio di farci raccomandare dalla politica». Anzi, ha aggiunto Geronzi, «la politica deve restare fuori dal sistema bancario».
Sempre sul tema delle fusioni, Geronzi è poi tornato a mettere l'accento sul fatto che Capitalia vuole «essere artefice del proprio destino»; per questo, «siamo aperti a qualsiasi ipotesi di aggregazione». Certo, ha aggiunto, l’integrazione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi «riduce le possibilità», ma la banca resta attenta alle varie opportunità che si potrebbero presentare. In ogni modo, ha proseguito, non «abbiamo nessuna intenzione di fare pur di fare, tanto più in un contesto in cui il fai da te e molto pericoloso» e ogni operazione di aggregazione, ha precisato, deve garantire «la continuità aziendale».
L'assemblea ha quindi dato il via libera alla nomina del cda, del quale fanno parte, oltre al presidente Cesare Geronzi e all'a.d., Matteo Arpe, anche Paolo Cuccia, Paolo Savona, Gabriel Marino, Alberto Rossetti, Walter Vezzosi, Massimo Pini, Salvatore Mancuso, Ernesto Monti, Pierluigi Toti, Carlo Saggio, Pasquale Cannatelli, Carlo Colaiacovo, Roberto Colaninno, Alfio Marchini, Paolo Fresco, Paolo Mariotti, Silvio Bianchi Martini, Ahmed A. Menesi.
Non si è svolta invece la consueta riunione del consiglio, dopo la nomina dei soci. La prima riunione del nuovo cda si terrà lunedì. Il motivo dello spostamento dalla data del consiglio sarebbe legato all'assenza di un consigliere, che ha reso impassibile la nomina del comitato esecutivo, per il quale è necessaria la presenza di tutti i membri del cda.