Geronzi: siamo predatori. Capitalia vuole crescere

Corriere della Sera

Capitalia forse non ha fretta ma nel risiko bancario ha ancora qualcosa da dire o meglio da fare: «Siamo ancora predatori», dice infatti il presidente del gruppo Cesare Geronzi riferendosi a possibili piani di aggregazione.

Capitalia forse non ha fretta ma nel risiko bancario ha ancora qualcosa da dire o meglio da fare: «Siamo ancora predatori», dice infatti il presidente del gruppo Cesare Geronzi riferendosi a possibili piani di aggregazione. «Non escludiamo alcuna operazione», aggiunge l'amministratore delegato, Matteo Arpe, negando peraltro che vi sia qualcosa di concreto all'orizzonte. Geronzi ed Arpe parlano con i giornalisti al termine dell'assemblea per il bilancio 2004 (anche quest'anno approvato con l'astensione della Fondazione Cassa di risparmio di Roma) che ha chiuso con un utile netto di 337,425 milioni e la distribuzione di un dividendo di 8 centesimi per azione. Eventuali mosse di Capitalia, precisa l'amministratore delegato, dovranno in ogni caso «creare valore per gii azionisti» e non dovranno creare scossoni nell'attuale assetto societario. Ed è proprio in considerazione di questa condizione che Arpe nega l'ipotesi di un coinvolgimento del gruppo romano nel tentativo di conquista di Antonveneta avviato con il lancio di un'Opa da Abn Amro, gruppo olandese socio forte di Capitalia. Col quale peraltro «i rapporti sono ottimi», sottolinea Arpe.
«A volte si apre la bocca per dare fiato ai denti», sbotta Geronzi riferendosi al sospetto su un possibile ruolo occulto del suo gruppo nell'operazione, espresso in particolare da Giorgio La Malfa (Pri). Il banchiere romano non si sbilancia troppo sulle due Opa lanciate dall'Abn Amro e dal Bbva sulla Bnl: «È la realtà del mercato», osserva rinviando al governo il giudizio «sull'italianità» del sistema creditizio. E smentendo le voci sui dissapori col governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, che sarebbero sorti proprio in relazione alla battaglia per la conquista di Antonveneta. «Voci false. Anzi di più. Ci vogliono cose grosse per mettere in discussione un'amicizia di 44 anni», precisa. E poi sul futuro «pensiamo positivo», conclude Geronzi e Arpe annuncia il piano industriale 2005-2007 entro giugno.