Geronzi interrogato dal giudice sull'affare Eurolat

Il Tempo

Proseguono le indagini sul crac Parmalat

Nuovo interrogatorio per Cesare Ceronzi sul crac Parmalat. Il presidente di Capitalia è stato interrogato ieri dai pm della Procura di Parma. Il banchiere, che dal maggio dello scorso anno è indagato per concorso in bancarotta fraudolenta, dovrà rispondere alle domande sull'affare Eurolat, che nel 1999 passò dalla Cirio di Sergio Cragnotti al gruppo di Collecchio. Parmalat pagò Eurolat circa 829 miliardi di lire, un valore notevolmente superiore a quello di mercato secondo la relazione del consulente tecnico della Procura Piero Manaresi e le indagini del nucleo regionale di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bologna. Addirittura quasi il doppio per una consulenza commissionata dal commissario straordinario di Parmalat Enrico Bondi e depositata ai pm prima dell'estate. E, secondo le dichiarazioni dell'ex patron Calisto Tanzi e dell'ex direttore finanziario di Parmalat Fausto Tonna, l'acquisto avvenne sotto la regia di Banca di Roma, oggi Capitalia. «Concludemmo pertanto il contratto – riferì Tonna ai magistrati - per una cifra di poco inferiore a quella che anche Geronzi ci disse che dovevamo accettare». Sulla consulenza commissionata da Bondi, l'avvocato Guido Calvi, uno dei legali di Geronzi, ha dichiarato che il commissario straordinario «fa il suo mestiere alzando il tiro per ricevere denaro, ma sbaglia obiettivo - insiste Calvi – queste consulenze sono molto opinabili e io credo che si potrà constatare come vi è stata una trattativa forte, serrata fra Cirio e Parmalat». Intanto i lavoratori di Eurolat hanno dichiarato lo stato di agitazione contro il piano di ristrutturazione dell'azienda.