Cirio, Geronzi respinge le accuse

Il Tempo

Per i legali dell'istituto di credito il banchiere è totalmente estraneo al crac. Interrogatorio a Milano. Il presidente di Capitalia indagato per truffa. Il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, rigetta ogni accusa nella vicenda che ha portato al crac Cirio.

Il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, rigetta ogni accusa nella vicenda che ha portato al crac Cirio. Il banchiere è stato interrogato oggi in Procura a Milano proprio nell’ambito dell'inchiesta che si è appena chiusa con la formulazione di numerosi capi d'accusa per 45 tra manager e banchieri. Sempre la stessa indagine, però, si starebbe già arricchendo di elementi nuovi, con le memorie di alcuni degli indagati. Ieri, al termine dell'interrogatorio, i legali di Capitalia, Guido Calvi e Francesco Vassalli, hanno ribadito la totale estraneità di Geronzi con una nota. «Nell’incontro tra il presidente di Capitalia e i magistrati di Milano che stanno indagando sul collocamento dei bond Cirio - si legge - è stato ribadito quanto già dichiarato alla Procura di Roma ove si procede per gli stessi fatti. In ogni caso è stata riconfermata la totale estraneità del presidente di Capitalia ai fatti contestatigli e l'insussistenza di ogni ipotesi di reato».
Bocche cucite, invece, per i magistrati Luigi Orsi, Laura Pedio e Gaetano Ruta che, agli inizi del 2004, hanno avviato un filone di inchiesta sul collocamento del bond Cirio ipotizzando, per il troncone principale, il reato di truffa, così come avevano già fatto, tra le altre, la Procura di Monza e quella di Roma. Cesare Geronzi era stato iscritto nel registro degli indagati a fine febbraio 2004 ma quello di ieri sarebbe stato il primo e unico confronto con gli inquirenti milanesi. Già lo scorso anno Capitalia faceva sapere di non avere mai partecipato ad alcuna emissione di bond dal giugno del 2001 in poi, quindi di non avere mai avuto un ruolo definito nelle emissioni più recenti prima dei crac del Gruppo, né tantomeno alcun interessamento al salvataggio della Cirio.
Nell'interrogatorio di ieri pomeriggio trapela poco se non che Geronzi avrebbe risposto a tutte le domande degli inquirenti. Intanto l'inchiesta segna le battute finali. Secondo la previsione fornita negli ambienti giudiziari entro una quindicina di giorni al massimo l’indagine sarà definitivamente chiusa