Capitalia, nel risiko come predatori

Milano Finanza

Le Opa sono la realtà del mercato, ha detto Geronzi negando di essere dietro la scalata di Abn Amro su Antonveneta. Con Fazio nessun dissidio. Arpe, faremo operazioni solo se si darà stabilità all’azionariato.

Capitalia potrebbe scendere in campo nella grande partita del risiko bancario, ma solo come «predatore». L'istituto capitolino presieduto da Cesare Geronzi e guidato dall’a.d. Matteo Arpe ha chiarito ieri in occasione dell'assemblea del bilancio 2004 (apertasi con un ricordo di papa Giovanni Paolo II) che «per ora la banca sta alla finestra nella risistemazione del sistema italiano, ma se interverrà lo farà solo in chiave aggregante. E per questo motivo non teme scalate dal parte di gruppi stranieri, come sta avvenendo invece a Bnl da parte del Bbva e ad Antonveneta da parte di Abn Amro. Due offerte che, ha commentato Geronzi, costituiscono la «realtà del mercato».
I vertici dell'istituto non si sono sbilanciati sulle possibili loro prede. E alla domanda se potrebbe essere Antonveneta il soggetto dell'aggregazione, visto che la banca padovana e quella romana già condividono Abn Arnro come primo azionista, Arpe ha replicato: «In tempi in cui si pensava fosse scontato il nostro intervento, a settembre, noi dicevamo che guardiamo a criteri industriali e che qualsiasi intervento sarebbe stato senza aumento di capitale». Il futuro «non lo conosco, però diamo particolare valore alla stabilità del nostro azionariato dove non c'è prevalenza di un azionista». E ha aggiunto che «i rapporti con Abn Amro sono ottimi sotto tutti i profili. L’azionista è sempre stato di grande supporto per il piano industriale. Un azionista sempre vicino e che non è stato invasivo». E così sono «buoni» i rapporti anche «sotto il profilo personale con i vertici».
Ancora più netto Cesare Geronzi nel respingere i rumor sulla regia di Capitalia dietro le quinte dell’Opa su Antonveneta: «A volte si apre bocca per dare fiato ai denti». E non è vero, ha spiegato ai giornalisti, che ci siano dissidi o raffreddamenti con il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio: «Falso? Di più. Voi state parlando di un'amicizia di 44 anni. Ci vogliono cose grosse per metterla in discussione».
Il futuro prossimo di Capitalia, il cui primo trimestre «dovrebbe essere positivo», ha detto Geronzi, è tutto indirizzato alla definizione del piano industriale, che sarà presentato tra maggio e giugno. Arpe ha sottolineato che il perimetro della banca «a oggi resta com'è. In Mcc rimane aperta l'opzione di potenziale uscita per i soci industriali, ma mi sembra che tutti gli azionisti siano soddisfatti e resta il percorso già delineato per la banca d'affari all'interno del gruppo Capitalia». Circa il prestito convertendo Fiat da 3 miliardi, la banca «non ha preso alcun decisione», ha detto Arpe, «anche perché l'opzione è in mano a Fiat. Cercheremo di prendere decisioni collegiali e condivise».
Fra le novità dell'assemblea che ha approvato un utile 2004 di 337,5 milioni e un dividendo di 0.08 euro per azione, si registra la discesa sotto il 2% nel patto di sindacato di Tosinvest, la finanziaria della famiglia Angelucci (imprenditori della sanità ed editori di Libero). Il bilancio non è stato votato dalla Fondazione Cr Roma, che si è astenuta.