Mediobanca, l'arbitro è Geronzi

Finanza e Mercati

Trattative su nuovi soci, Maranghi per ora resta.

La ricerca di un compromesso per dar vita a una Nuova Mediobanca è affidata a Cesare Geronzi. Il presidente di Capitalia, dopo i colloqui con il francese Vincent Bolloré, va avanti nel tentativo di una soluzione all'impasse che tiene sempre più in ansia il mondo politico e istituzionale. Gli schieramenti  nell'azionariato delle Generali sembrano delineati e in equilibrio, quelli di piazzetta Cuccia, con i transalpini vicini al 25% del capitale, non si spostano. Si parla di ridurre le quote di Unicredito e Capitalia in Mediobanca per fare spazio ad altre banche (Sanpaolo, Montepaschi e le Popolari, che sembrano però tiepide sul progetto) e ad altri azionisti industriali. Ma le ipotesi che si fanno sembrano più un esercizio teorico che una lista pronta da sottoscrivere. Consulenti legali e advisor finanziari sono al lavoro anche su un ricambio dei vertici, che per ora non incontra il via libera di tutte le parti in gioco. Si fa strada l'idea di lasciare al suo posto l'ad di Mediobanca, Vincenzo Maranghi, almeno fino a ottobre quando scadrà il mandato. Il premier Silvio Berlusconi segue attentamente la vicenda e -chiama Geronzi a quadrare il cerchio. Questi potrà mediare, forte anche di una put sul pacchetto del 3,46% di Generali che Capitalia ha rastrellato.