Capitalia, Geronzi stringe i tempi sul patto degli azionisti

Il Messaggero

Grandi manovre in banca

Cesare Geronzi incassa l'euforia della Borsa per i conti del semestre e stringe il cerchio sul patto degli azionisti che dovranno governare Capitalia nei prossimi tre anni. Un sindacato che potrebbe arrivare a definizione in poche settimane - comunque prima della fine di ottobre - e che dovrebbe vincolare qualcosa meno del 30% del capitale.
Quota giudicata sufficiente a dare stabilità al gruppo bancario romano e a garantire la maggioranza nelle assemblee. E con il parere favorevole del presidente della Fondazione Manodori, Mauro Bigi, si allarga la rosa dei big che hanno già pronunciato il proprio sì all'accordo parasociale firmato da Geronzi, così come appare nutrito l'elenco di chi ha segnalato in vario modo la propria aspirazione al ponte di comando di via Minghetti. Tanto da far pensare che tessendo la tela del nuovo salotto buono della finanza romana, Geronzi si sia trovato con l'imbarazzo della scelta.
Il primo via libera è giunto come è noto dall'azionista storico Abn Amro (in possesso di un 6,6%), seguito da Marco Tronchetti Provera (Pirelli dovrebbe conferire una quota tra l'1,5 e il 2%) e da Roberto Colaninno (1,5%). Scontate sarebbero le disponibilità del gruppo De Agostini (2%), di Salvatore Ligresti (2,8% destinato a salire con Fondiaria-Sai) e dalla famiglia dell'imprenditore romano Pierluigi Toti ( l% circa).
Anche gli azionisti libici (Lybian Arab Foreign Bank) sarebbero in corsa per il patto con una quota indicata intorno al 3%, mentre la Regione Sicilia vorrebbe conferire il suo 3,21%. Sul fronte degli Enti, mentre gli organi della Fondazione Manodori saranno chiamati dal presidente Bigi ad approvare la richiesta di adesione (la quota è del 3,17%), la Fondazione Cassa di Risparmio di Roma non ha ancora offerto indicazioni, anche se indiscrezioni circolate nelle ultime  settimane accreditano un possibile conferimento del 2% da parte dell'Istituto di Emmanuele Emanuele. Non mancano gli outsider, come Romain Zaleski che a sorpresa ha comunicato ai primi di settembre di aver rilevato il 2,44% di Capitalia attraverso la Carlo Tassara o come il finanziere Alfio Marchini, da più parti indicato come aspirante socio stabile, ma che finora non è mai uscito allo scoperto.