Capitalia, Geronzi blinda il 29,6 %

Milano Finanza

Nell'accordo, che sarà presieduto da Ripa di Meana, è prevista la leadership del banchiere romano per tre anni. Il direttivo si riunirà il 17 novembre per le nomine di sua competenza

Nell'accordo, che sarà presieduto da Ripa di Meana, è prevista la leadership del banchiere romano per tre anni. Il direttivo si riunirà il 17 novembre per le nomine di sua competenza. Mano libera fino a 350 milioni di Rosario Dimito.
Dieci mesi dopo la scadenza del precedente patto, Cesare Geronzi ha chiuso ieri sera il nuovo accordo parasociale con 13 grandi soci che blindano il 29,577% di Capitalia e sarà presieduto da Vittorio Ripa di Meana: ai 12 più o meno noti, si è aggiunto Massimo Moratti che, con la Sirefid, ha acquisito lo 0,18%. Ma il patron dell'Inter non sarà l'unico pattista a restare fuori dal nuovo cda allargato a 19 posti: le regole dell'accordo, composto da 14 articoli, prevedono infatti l'attribuzione di un consigliere a testa per ogni azionista con quote non inferiori allo 0,75%. E nel nuovo patto esce ancora più forte il ruolo di Geronzi e del cda che avranno mano libera su qualunque operazione fino a 350 milioni di euro, il direttivo del patto di riunirà il 17 novembre per le nomine di sua pertinenza.
È evidente che il nuovo consiglio espressione del nuovo patto, salvo colpi di scena, venga nominato in primavera.
Le limature dell'ultim'ora. Il testo definitivo è stato approntato solo attorno a mezzogiorno e mezzo di ieri dopo le ultime consultazioni con alcuni dei soci, come la Regione Sicilia che chiedeva venisse codificato l'attribuzione all'ente della seconda vicepresidenza. E il protrarsi delle consultazioni ha fatto slittare di quasi due ore il cda e il consiglio generale della fondazione Manodori, l'ultimo dei soci forti a deliberare (all'unanimità). Prima delle 15 il presidente Mauro Bigi è partito per Roma per prendere parte alla riunione finale per la firma dell'accordo che sarà presieduto da Ripa di Meana. Il patto avrà durata triennale col vincolo di lock up e divieto di incrementare la partecipazione con la clausola di prelazione in caso di cessione. Tra i primi articoli dell'accordo che MF ha potuto consultare, c'è la composizione degli organi: il cda è formato di 19 membri compreso presidente, amministratore delegato e due vicepresidenti. Il numero uno per i prossimi tre anni sarà Geronzi che potrà designare l'a.d. (Matteo Arpe) dopo averlo sottoposto all'approvazione del patto. Su questo punto ci sarebbe stata una limatura rispetto al testo precedente in base al quale Geronzi avrebbe nominato direttamente l'a.d. senza sottoporlo all'esame degli altri azionisti. Dei due vicepresidenti, secondo le regole del patto, uno spetta ad Abn Amro, il secondo sarà indicato dal direttivo dei grandi azionisti a metà novembre.
I posti in cda. L'accordo assegna un posto in consiglio a ogni componente con quote non inferiori allo 0,75%. Pertanto non avranno diritto a un posto Ellefin (Luca Ferrarini) e Moratti. Abn, primo azionista avrà tre posti: uno a testa spetteranno alla Sicilia, Manodori, Fonsai-Milano, Toro, Angelucci, Pirelli, Toti, Colaninno, Colaiacovo, Marchini. Tre posti spetteranno agli indipendenti votati a maggioranza dal patto. Un posto spetteranno a Geronzi e Arpe e l'ultimo, a una personalità di comprovata esperienza bancaria indicata dal presidente della banca. L'esecutivo sarà formato di sette membri: Geronzi, Arpe, uno di Abn e quattro indicati dal patto che avrà voce in capitolo nella scelta di comitati minori. I grandi soci decideranno su aumenti di capitale, fusioni, scissioni, acquisizioni, dismissioni del valori pari al 5% del gruppo (quindi oltre 350 milioni), su opa promossa da altri. I quorum del patto. L'assemblea dei grandi azionisti si riunirà prima di ogni assemblea per le nomine degli amministratori. Tutte le delibere verranno prese a maggioranza semplice, tranne quelle straordinarie riferite a operazioni superiori a 350 milioni di euro per le quali è prescritta una maggioranza del 65%. Questo quorum sale al 75% quando il patto vuole vincolare il consiglio ad assumere certe decisioni particolari.
Infine se dovesse rendersi necessario escludere dal patto uno dei suoi aderenti, è prescritta una maggioranza superiore al 65% col principio di una testa un voto. Del direttivo del patto faranno parte i leader dei 13 soci. Per la Manodori ci sarà Bigi, per la Sicilia che in serata ha espresso la sua soddisfazione. Alla firma del patto, avvenuta presso la sede di Capitalia, erano presenti Coenraad Hendrik Adolph Cole per la Abn, Cuffaro per la Sicilia, Bigi per la Manodori, Salvatore e Jonella Ligresti e Fausto Marchionni per Premafin, Antonio Belloni per Toro, Giampaolo Angelucci, Carlo Puri Negri (Pirelli), Pierluigi Toti, Roberto Colaninno, Carlo Colaiacovo, Marchini, Ferrarini ed Ernesto PrinziperSiref