Geronzi bacchetta i politici. Servono riforme strutturali

Milano Finanza

Il presidente di Banca di Roma, Cesare Geronzi, ha fatto gli onori di casa assieme al governatore Antonio Fazio. L'istituto capitolino è sponsor, con via Nazionale, della due-giorni sull'evoluzione del sistema creditizio

Il presidente di Banca di Roma, Cesare Geronzi, ha fatto gli onori di casa assieme al governatore Antonio Fazio. L'istituto capitolino è sponsor, con via Nazionale, della due-giorni sull'evoluzione del sistema creditizio. Geronzi ha ringraziato i presenti (tra cui alcuni big mondiali delle autorità monetarie), ha ripercorso la storia del sistema finanziario italiano, ma, parlando dei ritardi accumulati rispetto alla concorrenza straniera, non ha risparmiato bacchettate sulle mani dei politici che abitano nei vicini palazzi romani. «Concordo, i ritardi non sono peculiari alla finanza. Il ristagno dell'economia italiana negli anni 90 ha determinanti reali. Risiede», ha detto Geronzi, « nelle ritardate riforme del quadro istituzionale e normativo, nelle rigidità del mercato del lavoro, nel malfunzionamento del sistema di tutela dei diritti, nelle inefficienze della struttura amministrativa, nella scarsa qualità dell'istruzione superiore. Tutto ciò si scarica sulla nostra capacità di competere». A cosa fa riferimento il j'accuse di Geronzi? «Faccio solo alcuni esempi. Per arrivare a definire con i sindacati gli strumenti contrattuali che consentiranno l'uscita di 4 mila persone dall'azienda», ha detto il presidente di Banca di Roma, «abbiamo dovuto attendere tre anni. Chiunque può calcolare il costo di questi ritardi».
«Il tempo medio», ha aggiunto Geronzi «per recuperare un credito garantito da un bene reale è di dieci anni. Quanto costa tutte questo al sistema e agli utenti del sistema»? Geronzi quindi ha chiesto «riforme strutturali, interventi sulla spesa, la riduzione della pressione fiscale. Non è rinviabile», ha aggiunto in stile confindustriale «la revisione dello stato sociale ». Assestando un'ulteriore bacchettata ai politici. Geronzi ha detto che «il sistema bancario spesso riflette, non genera ritardi», come quelli invece accumulati dal legislatore sul fronte del mercato del lavoro e dello sviluppo del Mezzogiorno.
Nell'intervento di ieri, il presidente di Banca di Roma ha ricostruito le tappe, che, dai primi del secolo, hanno condotto alla «diffìcile metamorfosi, la trasformazione, che, soprattutto negli ultimi otto anni, ha portato il peso della componente pubblica nelle banche sui valori più bassi in Europa e il grado di concentrazione su livelli non dissimili da quelli dei principali paesi partner dell'Ue». Geronzi, dunque ha sostenuto le necessità del consolidamento, ma è in buona sintonia con Fazio. «Come è stato autorevolmente ribadito, il processo non è concluso ma ha bisogno di razionalizzazione, di effettiva integrazione tra i soggetti che hanno partecipato alle iniziative di aggregazione, di forti interventi nel campo dei modelli organizzativi e dei controlli interni», ha detto ancora Geronzi. La frontiera indicata dal presidente di Banca di Roma è quella «dell'efficienza e, dell'efficacia dell'offerta produttiva». Il numero uno di via Minghetti ha ricordato i vantaggi derivati dalla crescita di alcune componenti dei ricavi da servizi, quelli del risparmio gestito, legati a un ciclo internazionale e a condizioni interne «eccezionalmente favorevoli».
Geronzi ha messo in guardia rispetto a «un più problematico contesto competitivo» e ha esortato a recuperare ritardi e a diversificare l'offerta nel campo della finanza innovativa», investendo sui nuovi canali e sfruttando le potenzialità «dell'information technology nella riconfigurazione dei sistemi organizzativi delle banche».