Da noi la ripresa è già incominciata

Il Messaggero

La Capitale che verrà. Intervista al presidente della Banca di Roma Cesare Geronzi sui problemi della città e le sfide future

ROMA - Il sindaco Rutelli, definisce Roma una città in bilico tra dinamismo del Nord e la grave crisi del Sud. Dott. Geronzi, lei che presiede una Banca  con antiche e fortissime radici nella capitale, condivide questa definizione?
"Solo parzialmente. Per due motivi: il primo è perchè credo che le prospettive economico-finanziarie del territorio suggeriscano qualche motivo di ottimismo. In secondo luogo perchè conosco l'imprenditoria laziale, so chè è molto dinamica e larghe zone della regione sono ad alta intensità produttiva. Insomma, io vedo Roma più vicina la Nord che al Sud."

Una città però, con molte vocazioni: turistica, post-industriale, del restauro edilizio, terziaria, della comunicazione e dello spettacolo, dell'amministrazione (speriamo efficiente) e tante altre ancora. Cosa deve essere, secondo lei, la Roma del 2000?
"Credo che Roma debba continuare ad essere tutto questo insieme, al meglio. Ma posso dirle con certezza cosa non deve essere la Roma del 2000: la città dell'effimero".

Lei ha parlato di prospettive ottimistiche. Ma le cifre sinora hanno delineato uno scenario nerissimo. L'edilizia, che nella nostra città è stata sempre un pilone importante, è al tracollo. Il commercio, stando all'allarme rosso acceso da mesi e mesi dalla Confcommercio, boccheggia. Il pubblico impiego deve necessariamente ridimensinarsi. Il terziario avanzato batte in testa e anche le banche, lei lo sa meglio di chiunque altro, devono procedere a profonde ristrutturazioni e pesanti riduzioni di personale. Cos'è che può schiarire questi scenari nerissimi?
"Le cifre se le leggiamo correttamente. E le cifre ci dicono che, dopo la stagnazione che ha caratterizzato tutta l'economia italiane nel '96, i primi tre mesi di quest'anno mostrano un'evoluzione ciclica in lieve miglioramento. Gli indicatori anticipatori segnalano un ulteriore aumento della produzione in aprile e maggio. Si registra inoltre, un certo ottimismo nell'evoluzione della domanda a 3-4 mesi. Un ottimismo fondato su fattori sia di carattere internazionale che interno. E un'analoga evoluzione congiunturale positiva comincia a manifestarsi anche nel sistema industriale del Lazio. Gli stessi dati della Confindustria segnalano già nell'ultimo trimestre del '96 un aumento del 3% dell'indice medio regionale rispetto all'analogo trimestre del '95. Certo con notevoli difformità fra settore e settore."

Nell'edilizia per esempio le cifre indicano ancora una situazione pesantissima.
"Si l'edilizia è ancora in una grave crisi, sebbene il settore sembri destinato ad uscire lentamente da un lungo periodo di sofferenze con prospettive incoraggianti nel comparto delle ristrutturazioni. Ma in questo settore occorre certamente un atto di coraggio da parte delle autorità locali, non soltanto a livello comunale, per affrontare assieme agli imprenditori del settore la paralisi dell'iniziativa privata"

E nel settore delle opere pubbliche?
"Anche questo comparto, uno dei propulsori classici dell'economia romana è stato sinora inceppato. Ma ora sono in rampa di lancio molte iniziative importanti che, sia pure gradualmente, sono destinate a muovere migliaia di miliardi di investimenti. Mi riferisco alla creazione del Polo tecnologico ed industriale, alla trasformazione dei mercati cittadini, alla cablatura, alla trasformazione delle linee ferroviarie in metropolitane, alla fine delle opere del Giubileo e, speriamo, alle Olimpiadi del 2004. In questo quadro, per finanziare i 500 progetti approvati in Commissione Roma Capitale, un pool di banche ha contratto con il Tesoro mutui per l'intero importo previsto: 3500 miliardi. Insieme all'aumento degli investimenti comunali, ora si possono impostare nuovi progetti infrastrutturali, sostenuti da investimenti privati o di altri enti pubblici che, con il supporto delle banche, possono contribuire al rilancio economico e occupazionale romano."

Ma per la prima volta la crisi di Roma non investe solo l'industria e il commercio. Stavolta anche i volani più classici dell'occupazione a Roma, la pubblica amministrazione e il credito, non solo non creano più posti di lavoro ma si ridimensionano. Non è un segnale allarmante?
Guardi, questa, parlo in questa particolare per le banche, è la fase negativa di un processo di ristrutturazione che è la premessa per un ritorno alla competitività richiesta dalla globalizzazione. Lo sviluppo delle tecnologie attraverso le quali si realizza questa enorme riorganizzazione in tutti i settori, presuppone l'utilizzo di persone con una preparazione diversa, adeguata alla nuova fase tecnologica. Insomma, è un periodo di passaggio che porterà a nuovo sviluppo".

Ma i sindataci dei bancari accusano i vertici delle banche di errori strategici che hanno portato alla necessità di molti tagli.
Le economie subiscono andamenti ciclici e quindi gli operatori si trovano a muoversi in fasi positive e in fasi negative. Le ricordo che nessuno poteva immaginare una crisi che, in particolare nel Centro-Sud, dura da cinque anni".

Presidente, che ruolo può svolgere per Roma, un serbatoio gigantesco di bellezze archeologiche e artistiche, una utilizzazione imprenditoriale e non burocratica di queste ricchezze?
Un ruolo enorme, se tutte le iniziative verranno ispirate al concetto di economicità, con progetti capaci di generare, con il contributo di tutte le forze economiche e sociali, flussi di cassa tali di autofinanziare le iniziative. E' una grande opportunità di sviluppo per la nostra città. Una di quelle destinate a caratterizzare Roma nel nuovo millenio".

Che parte avrà la Banca di Roma in questo grande progetto dell'economia romana?
"Una parte essenziale, come è logico per un gruppo presente nel Lazio con 500 sportelli, con una raccolta a breve di quasi 30 mila miliardi e con impieghi per oltre 40 mila, dei quali la massima parte proprio a Roma. Un ruolo che intendiamo sviluppare attraverso l'intensificazione e la concentrazione dei rapporti di clientela secondo il modello della "hausbnak", che consente l'arricchimento del patrimonio informativo con le imprese sulle prospettive di redditività e di sviluppo".

Il sindaco Rutelli lancia la proposta di un patto tra i protagonisti della società per lo sviluppo della Capitale. E' un appello retorico o un progetto realizzabile?
"E' una proposta valida che dobbiamo essere in grado di cogliere. Come ho già detto i propulsori dell'economia romana che ruotavano attorno alla Pubblica amministrazione sno stati scossi da una crisi severa. E l'effetto di "spiazzamento" che ne è derivato rischia di far perdere a Roma la traduzionale posizione di centralità rispetto alla nuova geoeconomia chce si va delineando. Le regole del gioco che hanno governato l'economia romana per decenni si stanno insomma dissolvendo rapidamente. Il cambiamento di questa regola lancia una sfida senza precedenti alle capacità progettuali di tutti gli attori economici nella capitale. Una sfida che credo saremo in grado di raccogliere."