La festa di donne e di uomini delle Generali in servizio e in quiescenza

Mogliano Veneto, 29 novembre 2010

CENTRO DIREZIONALE DELLE GENERALI
di Mogliano Veneto


La festa di donne e di uomini delle Generali in servizio e in quiescenza

Saluto del Presidente Cesare Geronzi

Mogliano Veneto, 29 novembre 2010
Vi porgo il mio affettuoso saluto, lieto di condividere con voi tutti le ragioni di questa festa e la soddisfazione che ognuno di voi può legittimamente nutrire per quello che ha dato e dà alla Compagnia.
Un incontro come quello di oggi costituisce l’immagine viva di ciò che le Generali rappresentano per le donne e gli uomini che - con il loro lavoro, con la loro dedizione – hanno reso grande la Compagnia.
E’ qui visibile una staffetta ideale tra chi si appresta, dopo aver contribuito al lavoro collettivo per tanti anni e con il tradizionale impegno nella Società, a iniziare una nuova fase della vita, chi è già in pensione, ma alla Compagnia si sente perennemente legato e chi si accinge, rimotivato, ad affrontare quella parte della carriera lavorativa nella quale molto si può ancora dare alla Società.
Da un lato, il futuro e, dall’altro, coloro che, molti anni fa, ricevuto un patrimonio di valori, di professionalità, di eticità, lo hanno custodito e rafforzato e ora lo trasmettono a quelli che continueranno a consolidare questo patrimonio in contesti completamente diversi rispetto solo a pochi anni orsono.
E i legami profondi in quella che è da tempo la prima multinazionale italiana sono possibili perché in tutti è vivo lo spirito di appartenenza a un organismo che costituisce una vera istituzione: un’appartenenza non grettamente corporativa, ma fatta di orgoglio professionale e di consapevolezza del lavoro da compiere con continuità per sostenere gli avanzamenti della Compagnia e per proporsi ulteriori traguardi.
Sono sicuro che tutti voi che oggi siete in pensione o vi accingete al pensionamento seguite con grande attenzione i progressi delle Generali e guardate con soddisfazione gli sviluppi che la vostra opera ha concorso a generare.
Chi affronta  una nuova fase di lavoro, lo fa avendo maturato e corroborato professionalità, abilità, esperienze, senso d’istituto. E sapere sintetizzare le indefettibili ragioni aziendali con il contesto di sistema è l’impegno che si richiede alle donne e agli uomini della Compagnia.
Le Generali hanno dalla loro parte, innanzitutto, la forza di tradizioni difficilmente rinvenibili in altre realtà imprenditoriali.
Conosco bene quale enorme patrimonio siano le tradizioni in grado di evolvere, avendo lavorato per un ventennio nella Banca d’Italia che può dirsi l’Ena italiana.
All’attuale Gruppo di vertice, con il concorso di tutti coloro che lavorano nella Compagnia, incombe il dovere di trasferire a coloro che seguiranno una Società ulteriormente consolidata, che sia capace di cimentarsi ancor meglio nella concorrenza e nella capacità di produrre reddito, ma senza mai smarrire le ragioni di interesse generale.
I risultati dell’esercizio in corso si preannunciano soddisfacenti; a maggior ragione, perché conseguiti in presenza della coda lunga della crisi finanziaria globale. Dovremo migliorare ancora l’attività nel ramo-danni e nelle possibili forme di gestione del risparmio, essendosi aperto, per una nutrita serie di ragioni – innanzitutto per effetto della tempesta finanziaria – uno spazio non ristretto alla diversificazione delle forme di tutela del risparmio.
Non possiamo mai fermarci ai pur importanti traguardi che raggiungiamo. Essi costituiscono la spinta a operare sempre meglio.
Abbiamo l’obiettivo ravvicinato di rendere più efficiente la struttura organizzativa del Gruppo; nel contempo, dobbiamo valorizzare meglio le risorse professionali di cui le Generali abbondano, rendendo, certamente, più rapido l’iter delle decisioni, ma accrescendo anche la partecipazione al processo decisionale da parte delle diverse competenze e facendo sì che contradditorio dialettico tra le funzioni e sintesi operativa sviluppino tutte le loro potenzialità. Distinzione delle attribuzioni, non commistione di compiti, ma loro integrazione e coordinamento in capo ad altre funzioni. Autonomia e collegialità.
Una governance imperniata ancor di più sulla distinzione delle competenze, prevenendo ogni possibile confusione di ruoli, e sulla saldezza della linea di comando, sulla trasparenza e sull’accountability, costituisce un elemento di forza di una Società, soprattutto come le Generali. Competenze e responsabilità individuali, da un lato, assetto collegiale, dall’altro, debbono stare in un armonico rapporto.
Essenziale per una strategia che punta a nuovi avanzamenti è la valorizzazione, a tutti i livelli, del capitale umano.
Lo sviluppo della competizione, l’ulteriore miglioramento dei rapporti con la clientela, la costante cura dell’immagine e della reputazione presuppongono uno sforzo continuo nella formazione e nell’aggiornamento, a seconda dei casi; più in generale, nella cura della professionalità di coloro che lavorano nel Gruppo. Gli obiettivi di sviluppo e di redditività richiedono selezioni accurate del personale da assumere e, prima ancora, la capacità della Compagnia di attrarre i migliori che escono dalle scuole e rappresentano una linfa vitale per la proiezione del Gruppo nei prossimi decenni.
Ognuno deve essere valorizzato. Si può dire che nello zaino di ciascuno può esserci il bastone di maresciallo. Fuor di metafora, con il merito e la stretta sintonia con i fini di questa nostra Istituzione si può avanzare fino alle posizioni di alta responsabilità.
Una grande impresa deve profondere il massimo impegno per corrispondere alle esigenze dei propri investitori. Ma deve essere in grado di guardare oltre.
Nel corso della sua lunga storia il Gruppo Generali ha interpretato con alto senso di responsabilità il suo ruolo all’interno della comunità degli stakeholder, prestando crescente attenzione alle istituzioni, ai consumatori e ai cittadini in genere.
E’ nel quadro di una riflessione generale sulle conclusioni rassegnate dalla società recentemente incaricata della analisi organizzativa che sarà valutata con la necessaria ponderazione l’introduzione, nell’assetto gerarchico-funzionale, di una nuova figura che si progetta di preporre alla rete Italia. Deve sussistere coerenza tra i diversi punti della struttura organizzativa in modo da assicurare un assetto di governo che favorisca sempre la sana e prudente gestione. Prestiamo tutta la doverosa attenzione agli indirizzi dell’Autorità di controllo e delle altre Authority con competenza nel settore; ad essi diamo coerente seguito. Una vigilanza che si esplica non solo sull’osservanza delle leggi e delle disposizioni, come è scontato, ma anche svolgendo una funzione propositiva e propulsiva è di fondamentale importanza a livello aziendale e di sistema. Non inseguiamo i riferimenti di stampa; non ci diamo carico, se non in casi eccezionali, di smentite o puntualizzazioni, ma lavoriamo con decisione agli obiettivi prefissati, informando doverosamente il mercato e gli operatori quando  ciò è richiesto da obblighi di legge o quando abbiamo concluso l’iter delle decisioni o dei procedimenti di lavoro in materie di diffuso interesse o di peculiare sensibilità, obbedendo così a una corretta politica dell’informazione.
A portare a termine il compito di una organica riforma organizzativa siamo, in ogni caso, determinati, per il bene della Società e di coloro che vi lavorano.
Siamo già prepararti ad affrontare gli impegni che discenderanno da Solvency 2, la cui normativa peraltro non è ancora stabilizzata.
Proseguirà la linea di espansione all’estero secondo rigorose analisi e una coerente, calibrata strategia, che spetta al Consiglio di amministrazione definire.
Abbiamo di recente deliberato il rilancio della Fondazione Assicurazioni Generali dotandola, tra l’altro, di un autorevole Comitato scientifico. A breve, sarà esaminato il programma che, al primo punto, dovrà avere l’incentivazione della ricerca nelle diverse branche del sapere.

Il momento attraversato non è facile, anche per imprevedibili vicende internazionali con rischi di instabilità.
Più volte ho sottolineato l’importanza dell’ avvenuta messa in sicurezza dei conti pubblici.
Ora, in un complesso contesto politico-istituzionale siamo chiamati, tutti, come ha detto il Presidente della Repubblica, a operare con responsabilità.
Provvedimenti che danno segnali di rilancio dell’economia, compatibilmente con le attuali condizioni, sono stati adottati anche nell’ambito della legge di Stabilità, e con specifiche iniziative. Ma, una volta delineato il percorso istituzionale dei prossimi mesi, dobbiamo tutti operare per un maggior impulso alla crescita. Questa, indubbiamente, dipende, per una parte consistente, dagli sviluppi internazionali e dalle scelte europee. E qui va rimarcata una delusione per il mancato varo del coordinamento, tra le diverse aree monetarie, delle politiche economiche, ma pure per i ritardi dell’Unione europea nell’affrontare le situazioni di crisi, come testimonia il caso irlandese.
Ma per un'altra, sia pure non macroscopica parte, una crescita maggiore dipende anche da noi, da ciò che saremo capaci di realizzare nei prossimi mesi in termini di riforme di struttura, di incentivazione dello sviluppo, e di innovazioni nel campo dell’ordinamento del lavoro, che favoriscano lo sviluppo e migliorino le possibilità di occupazione.
Fondamentalmente è – lo ribadisco – la chiarezza nel percorso politico-istituzionale che le forze politiche riterranno, in queste settimane, di imboccare. Crescita e stabilità sono strettamente connesse. L’una non si afferma senza l’altra. Su questo tema andrebbe valutata l’ipotesi di ampie convergenze.
 
A livello europeo, è stata importante la decisione assunta ieri dall’Ecofin con riferimento all’Irlanda e, a partire dal 2014, agli interventi di aiuto agli Stati, anche se sulle prospettive del Fondo monetario europeo e sulla sua regolamentazione c’è necessità di ulteriori approfondimenti. Occorre, d’altronde, evitare che gli annunci accelerino interventi speculativi.
Intanto, c’è un’esigenza di maggiore coesione nella difesa della moneta unica. Nata con un disegno monco, rimaste inascoltate le voci che lo rilevavano, oggi non si può stare in mezzo al guado. Bisogna avanzare. Sarebbe sciagurato tornare indietro o ipotizzare aree-euro a velocità differenziata. Sono necessari progressi nell’integrazione e nel consolidamento del Sistema europeo di banche centrali. Nell’immediato, occorrerebbe un piano generale anticontagio, anziché procedere caso per caso e solo al manifestarsi di situazioni di grande difficoltà.

Parlo a dei genitori che certamente hanno a cuore il futuro dei loro figli, dei loro discendenti  e delle famiglie che questi hanno formato o intendono formare.
Oggi le principali iniziative di policy in economia devono avere come obiettivo prioritario i giovani, le famiglie, il lavoro.
Abbiamo registrato il primo calo dell’occupazione dal 1995. Un giovane su quattro oggi non ha un lavoro e si avvia verso il 50 per cento la quota dei contratti precari in capo a giovani sotto i 24 anni.
Rilevante è il numero delle persone non utilizzate nel lavoro; significativo quello degli “scoraggiati”.
Il Governo ha opportunamente esteso e prorogato gli ammortizzatori sociali. Ora, però, occorre agire riformando l’ordinamento del lavoro in modo da contribuire a ridurre la precarietà, distinguendo le parti che compongono il salario e facendo sì che si possa agire, in casi di crisi, sulla parte variabile, senza mettere immediatamente in forse il lavoro. È la partecipazione alla produzione che occorrerà disciplinare, nell’interesse di tutti e come parte di una manovra che affronti adeguatamente i temi della produttività e della competitività, con le spalle coperte dall’equilibrio della finanza pubblica.

Manca meno di un mese a Natale e colgo l’occasione per unire al compiacimento per la festa che oggi celebriamo gli auguri per un sereno Natale e un Nuovo Anno migliore di quello che sta per finire.
Saluto, in particolare, coloro che sono o stanno per andare in pensione. C’è un detto antico secondo il quale “semel abbas, semper abbas”. Una volta abate, lo sei per sempre. Vale anche per voi che nelle Generali avete a lungo lavorato, avete intrecciato rapporti di colleganza e di amicizia, di stima e di collaborazione: insomma, nella Compagnia avete trascorso, in tanti anni, una larga parte delle vostre giornate.
L’agire secondo il costume delle Generali è ormai nel vostro Dna. Arricchirà i nuovi interessi che ora – vi auguro – potrete coltivare e gli affetti familiari ai quali potrete dedicare maggior tempo. C’è nostalgia, certamente, in chi lascia questo nostro lavoro e questa nostra casa. Ma voi con essa saprete continuare a mantenere quei contatti che sono ormai parte della vostra vita.