Convention Gruppo Toro “Premi sull’acceleratore”

Visione del mondo assicurativo da parte del banchiere

E' un luogo comune molto diffuso che le imprese di assicurazione siano diverse da tutte le altre imprese. Diverse anche dalle imprese di servizi. Sicuramente diverse dalle banche a cui viene spontaneo accostarle.

Eppure, viste da un banchiere, banche e assicurazioni, fatte salve le rispettive specializzazioni, presentano alcune evidenti analogie.

Analogie si ritrovano in alcuni istituti in uso sin dal mondo greco-romano. Tutti gli ingredienti delle moderne operazioni finanziarie erano già presenti in diversi istituti (ad esempio in quello del fenus nauticum), che combinavano gli aspetti relativi ai rischi per il mancato rimborso dei crediti erogati, successivamente incanalati nel filone dell'attività bancaria, con gli aspetti relativi ai rischi per il ristoro delle perdite provocate da sinistri, poi convogliati nel filone dell'attività assicurativa.

In sostanza, banche e assicurazioni consentono l'esercizio di attività imprenditoriali al di là della capacità individuale o aziendale di sopportare di sopportare in proprio gli oneri del finanziamento e del rischio.

Probabilmente proprio a causa di queste analogie nel passato molte società di assicurazione venivano anche denominate ''banche di assicurazione''.

Negli anni '50, al contrario, il mercato finanziario nel suo complesso poteva considerarsi suddiviso in tre parti nettamente distinte: il credito, l'investimento mobiliare e l'assicurazione. Una suddivisione che a quell'epoca appariva del tutto ovvia.

I mercati finanziari erano tenuti accuratamente al riparo dalla concorrenza internazionale. Essi erano anche oggetto di una attenta supervisione, rivolta a verificare che ciascuna categoria di operatori badasse bene a mantenersi nell'ambito di tipologie di atti previsti e consentiti dalla legge.

Oggi, c'è da chiedersi se la ripartizione del mercato della finanza in credito, investimento mobiliare ed assicurazione sia ancora così netta. Negli anni '90 molti cambiamenti hanno profondamente modificato sia l'universo della finanza sia le sue componenti.

Nel settore del credito, sarebbe improprio desrivere ancora l'attività delle banche esclusivamente nei termini tradizionali del trasferimento e della trasformazione di risorse monetarie. Le banche, infatti, si rivolgono in misura crescente al risparmio finalizzato all'investimento mobiliare e non più solo ai depositi della clientela.

Nel settore dell'investimento mobiliare la trasformazione più appariscente è data dalla proliferazione degli intermediari finanziari. Alle società fiduciarie si sono via via aggiunti le stese banche, i fondi comuni di investimento, le Sicav, i fondi di investimento chiusi mobiliari e immobiliari. Accanto all'investimento diretto, quindi, prende piede quello gestito, che si realizza attraverso un ventaglio variegato di intermediari finanziari in passato del tutto sconosciuti al nostro sistema.

Nel settore assicurativo si è assistito, soprattutto nell'ultimo decennio, alla diffusione di polizze vita ad elevato contenuto finanziario.

La profonda revisione normativa negli ultimi anni ha permesso il progressivo avvicinamento delle banche e delle compagnie di assicurazione. Si è consentito alle banche la distribuzione dei prodotti assicurativi. E' stata resa possibile l'acquisizione di partecipazioni, anche di controllo, tra banche e compagnie di assicurazione. Viene favorita, infine, la costituzione di conglomerati finanziari bancari-assicurativi.

Le banche e le compagnie di assicurazione originariamente vicine, ma successivamente separate dagli steccati imposti dall'ordinamento giuridico, si trovano, oggi, a giocare insieme nel più ampio mercato finanziario. Permangono, ovviamente, alcune specificità nei rischi, che trovano riscontro nella distinta disciplina prudenziale.

L'accresciuta sovrapposizione operativa tra gli intermediari di differente natura e la sostituibilità tra i diversi strumenti di risparmio si sono riflesse sui piani industriali delle banche e delle compagnie di assicurazione, che sono divenuti sempre più simili e ''intersecati''.


La bancassicurazione in Italia: i piani industriali nello scenario di fine anni '90

La globalizzazione dei mercati e l'intensificarsi della concorrenza hanno imposto al settore bancario e a quello assicurativo il recupero della redditività, intervenendo sia sui costi che sui ricavi. Per le banche, in particolare, dal lato dei ricavi era - ed è - forte l'esigenza di accrescere la capacità di prestare servizi alle famiglie e alle imprese.

Il doppio appuntamento della moneta unica europea e dell'entrata in vigore dell'accordo sulla liberalizzazione dei servizi finanziari possono rappresentare un passaggio critico per le banche e le compagnie di assicurazione italiane.

Entrambe, infatti, sono ancora impegnate nei processi di ristrutturazione e nella ricerca della dimensione ottimale, necessaria, oltre che per sfruttare le economie di scala, per competere in un effettivo mercato unico europeo e per soddisfare una domanda di servizi finanziari sempre più ampia e diversificata.

Nel nuovo contesto normativo e di mercato, queste esigenze hanno spinto le banche e le compagnie di assicurazione a valutare con particolare attenzione le possibili sinergie.

Sono state avviate alcune esperienze di successo e tra queste di rilievo è senz'altro quella della bancassicurazione. Le ragioni dello sviluppo del settore vanno ricercate nell'interazione straordinariamente positiva di un effetto offereta e di un effetto domanda.Dal lato della domanda, il fattore più rilevante è costituito dal progressivo invecchiamento della popolazione che accresce la domanda di strumenti finanziari a contenuto previdenziale.

Concorrono ad aumentare il ricorso alle forme di previdenza privata, oltre la difficoltà del sistema pensionistico pubblico e i vincoli stringenti imposti al disavanzo pubblico dal patto di stabilità tra i paesi aderenti all'Unione Economica e Monetaria, anche le condizioni di stabilità macroeconomica e la significativa discesa dei tassi di interesse. Questi ultimi hanno favorito lo spostamento delle risorse finanziarie dai titoli di Stato verso forme di impiego a più lunga scadenza e verso il mercato azionario.

Dal lato dell'offerta, gli attori finanziari del mondo bancario e assicurativo hanno reagito ai cambiamenti del contesto esterno, elaborando offerte originali capaci di attirare un'ampia clientela. Sono stati proposti prodotti rinnovati, integrati nel quadro di un'ampia gamma di prodotti e servizi bancari. I contratti di assicurazione, semplici e trasparenti in termini di spese, sono stai venduti a costi bassi e con buone prestazioni in termini di rendimento finanziario.

Le scelte delle banche e delle assicurazioni hanno avuto successo in quanto hanno interagito con le aspettative delle famiglie. Si è riusciti a instaurare un vero circolo virtuoso, dove la soddisfazione della domanda origina lo sviluppo dell'offerta, che a sua volta stimola una nuova domanda.

Dato il basso livello di penetrazione del prodotto assicurativo nel mercato finanziario italiano, l'ingresso delle banche nell'universo tradizionale dell'assicurazione non ha penalizzato gli assicuratori. Il rapporto premi/PIL in Italia è ancora pari al 3,6%, un valore molto più basso di quello presente in Gran Bretagna (10,7%), in Francia (8,9%) e in Germania (6,5%).

Lo sviluppo del mercato è stato tale che sia le banche sia le compagnie di assicurazione ne hanno tratto vantaggio. Le banche, in particolare, hanno potuto sviluppare i ricavi da servizi, in passato una componente debole dei propri bilanci.

Come la Banca di Roma ha vissuto l'esperienza della bancassicurazione

La ragione dell'impegno della Banca di Roma nella bancassicurazione va ricercata nell'esigenza - comune a molte altre banche - di un vasto riposizionamento sul mercato.

Un riposizionamento che si rendeva necessario per compensare la tendenziale contrazione del margine di interesse attraverso l'incremento dei ricavi da servizi e un più solido e duraturo rapporto fiduciario con la clientela.

Per la Banca l'obiettivo era quello di crescere in un segmento che riteneva importante e dalle ottime prospettive. Al Gruppo Toro, nostro Partner nella bancassicurazione, va riconosciuto il merito di aver condiviso con noi la valutazione delle opportunità insite nei cambiamenti in atto nel mercato finanziario italiano.

La competenza, la duttilità e la rapidità mostrata dal nostro Partner nel predisporre prodotti di successo, ha consentito ad entrambi di perseguire combinazioni efficienti tra il momento della produzione e della distribuzione.

La bancassicurazione, quindi, è stata per la Banca di Roma una esperienza molto positiva, che ci ha dato la possibilità di dimostrare la forza della nostra rete di vendita e la capacità di inserirci da protagonisti in questo nuovo segmento.

La chiave di questo successo va ricercata nella fiducia che i due Partner hanno avuto nelle rispettive competenze di gestire il business. L'intesa tra il Gruppo Banca di Roma e il Gruppo Toro, rafforzata anche da legami di partecipazione azionaria, è stata realizzata nell'ambito di un coerente disegno imprenditoriale, elaborato in chiave strategica e impostato in un quadro di collaborazione di lungo periodo in più aree di attività.

Il 1997 è stato un anno importante per la Banca di Roma. La privatizzazione è stata realizzata in modo da garantire stabilità all'Istituto attraverso la creazione di un nocciolo duro di azionisti. L'ingresso della Compagnia Toro nel capitale della Banca è stata la logica conseguenza di una collaborazione in atto tra la Banca capitolina e la COmpagnia di Torino, già partner al 50% di Roma Vita.

I risultati di questa collaborazione sono andati al di là delle più rosee attese. Dopo soli due anni dalla costituzione, Roma Vita sale al 9° posto, per raccolta premi, tra le Compagnie di assicurazione. Nel primo semestre di quest'anno Roma Vita ha raccolto 880 miliardi, quadruplicando il risultato del primo semestre dello scorso anno. Raccolta che, nel mese di agosto, è già salita a 1.144 miliardi di lire.

Gli sforzi comuni già realizzati e i risultati raggiunti ci rendono sostanzialmente ottimisti per il futuro della cooperazione. Gli sviluppi in corso e gli obiettivi per i prossimi anni lasciano prevedere una forte crescita della raccolta premi nel secondo semestre dell'anno e il superamento, già nel 1999, degli obiettivi fissati per l'anno 2000 nel precedente piano industriale della Banca.


Tendenze della bancassicurazione in Italia: opportunità e rischi

Le prospettive per il settore della bancassicurazione in Italia restano positive. La convinzione che ampi margini di sviluppo sono ancora disponibili, nasce dalla constatazione che il mercato assicurativo del nostro Paese, pur essendo per dimensione il quarto in Europa, non è ancora particolarmente sviluppato.

Il mercato delle polizze ''non-vita'', infatti, è solo la metà di quello del Regno Unito, che pure ha un peso economico e una struttura demografica analoghi a quelli italiani. Ancora meno sviluppato il mercato delle polizze vita, che risulta più piccolo di quello dell'Olanda e della Svizzera, paesi che certamente hanno un peso economico e una popolazione significativamente minore di quello dell'Italia.

C'è da chiedersi se noi saremo in grado di conquistare questi ampi spazi che ancora restano. Nel settore della bancassicurazione insieme alle opportunità esistono infatti anche le minacce. I fattori in precedenza ricordati, quali il venire meno delle frontiere tra i Paesi europei, il ridursi dei confini fra i diversi fornitori di servizi finanziari e tra i diversi canali di distribuzione, nonchè le attuali possibilità tecnologiche imporranno nuove sfide sia alle banche che alle compagnie di assicurazione.

Aumenterà ancora la concorrenza . e il numero - dei canali distributivi. Accanto ad agenti, brokers e banche sta crescendo il peso dei canali diretti e dei distributori atipici, quali le socirtà che emettono carte di credito, la grande distribuzione, gli istituti di previdenza, le case automobilistiche. Questi canali emergenti, a cui occorre aggiungere in prospettiva quello del commercio elettronico, saranno dei concorrenti sempre più concreti delle agenzie di assicurazione e delle filiali bancarie.

La risposta delle banche e delle compagnie di assicurazione non potrà non passare attraverso la scelta delle giuste soluzioni tecnologiche e l'ampliamento della gamma dei prodotti assicurativi.

Aumenterà, nel mercato italiano, la concorrenza degli intermediari internazionali, in particolare quelli europei. Concorrenza che gli intermediari nazionali dovranno fronteggiare ricercando le sinergie giuste e le dimensioni adeguate.

A questo proposito, esempi illustri non mancano in campo internazionale. La fusione tra la Skandinavinska Enskilda Banken con la Compagnia assicurativa Trigg-Hansa: la seconda banca svedese con il secondo gruppo assicurativo. La fusione nella scorsa estate tra il Credit Suisse e la Winterthur, che ha creato uno dei maggiori player nel mercato dei prodotti retail in Svizzera. Infine, non può non essere ricordata la fusione Citicorp-Travelers negli Stati Uniti. La Travelers con le sue attività nel settore assicurativo e in quello dell'intermediazione, la Citicorp con le attività nel settore bancario commerciale e in quello delle carte di credito daranno luogo al più grande gruppo mondiale nel settore finanziario.

C'è da ritenere che, se supererà la prova del tempo, la fusione Travelers-Citicorp cambierà lo scenario competitivo anche in Europa. In questo caso ci dovremo chiedere se ci sarà ancora un futuro per i gruppi bancari puri e per i gruppi assicurativi puri.

Probabilmente la nascita dei conglomerati finanziari risulterà la strada da perseguire con decisione per rafforzare la competitività del sistema finanziario italiano.